3 marzo | III Domenica di Quaresima – anno B |
In questa 3 domenica di quaresima il vangelo ci scuote, in tutti i sensi. Difficile pensare ad un Dio misericordioso ascoltando il racconto di Gesù che sembra impazzito nel Tempio.
Proprio questo racconto estremo deve farci riflettere.
“Non fate della casa del Padre mio un mercato”.
Parole che potrebbero essere rivolte anche a noi oggi. Quando letteralmente mercanteggiamo il costo di una messa, quando chiediamo il costo di un certificato, quando pretendiamo dalla Chiesa dei servizi … o quando entriamo in questa casa allo stesso modo in cui entriamo in un bar o in un supermercato, quando non abbiamo rispetto di Colui che la abita ed è instancabilmente qui ad attenderci, quando non abbiamo rispetto di coloro che sono già in preghiera e che nel silenzio tentano di mettersi in dialogo con il padrone di casa. Ricordo che un tempo si riconosceva una certa sacralità a questo luogo che chiamiamo chiesa, varcare la soglia della porta era come entrare in un luogo prossimo al paradiso …
Ma se la Parola di Dio di oggi fosse solo riferita alle strutture non so quanto possa interessare la maggioranza dei battezzati che in chiesa non ci mettono più piede.
“…parlava del tempio del suo corpo”.
Questa annotazione dell’evangelista ci aiuta a scendere un po’ più in profondità. Gesù parla del suo corpo fatto di carne ed ossa come del tempio di Dio. Possiamo traslare questo concetto anche per ciascuno di noi che siamo fatti ad immagine e somiglianza con Dio (Gen 1,26). Il nostro corpo è la cosa più preziosa che Dio ci ha donato: senza il corpo non potremmo vivere. È grazie al corpo che ci relazioniamo agli altri, è grazie al corpo che possiamo amare, divertirci, meravigliarci … Quanto rispettiamo il nostro corpo? Qui c’è tutto il tema delle dipendenze ma non solo, anche il tema dell’accettarsi per ciò che si è.
Siamo dunque tempio di Dio perché fatti a immagine e somiglianza del Creatore ma anche perché lo Spirito ci abita e noi diventiamo tabernacoli viventi di Dio. Con la nostra presenza portiamo Dio nel mondo.
A questo punto possiamo facilmente fare anche un secondo passaggio. Se io sono Tempio di Dio anche ogni altro fratello che il mio sguardo incontra nella vita è Tempio di Dio. Come rispetto il corpo dei miei fratelli? Quanto riesco a fare affinché ogni fratello possa sentirsi una meraviglia?
È in queste relazioni che ci vengono in auto le dieci parole che abbiamo sentito nella prima lettura. Non si tratta di rigide leggi che tengono i sudditi sottomessi al dittatore ma si tratta di dieci consigli affinché ogni uomo e ogni donna si sentano liberi di amarsi e di amare.
Signore Gesù, oggi ci hai offerto la possibilità di contemplare la grandezza di ciò che siamo. Diamo troppo per scontato il dono del corpo, della vita, delle relazioni … oggi ci inviti a fermarci per riconoscere quanto siano fondamentali per noi.
Hai scelto di mostrarti al mondo attraverso ciò che siamo. Non sempre siamo capaci di essere trasparenza della tua presenza. Aiutaci a purificare il nostro modo di essere nella storia, il nostro modo di vivere nel mondo. Fa che tutto ciò che sono e che ho, tutto ciò che tu mi hai donato, possa essere strumento di testimonianza della tua presenza ai fratelli. Amen.