14 gennaio | II Domenica del Tempo Ordinario – B

Che cosa cerchi?

In questa seconda domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la Parola ci consegna testi di vocazione. È bello vedere come all’inizio dell’anno, e all’inizio del Vangelo (siamo infatti al capitolo uno), ci viene presentata la bellezza di seguire il Signore.

Già perché camminare della fede non può che essere una gioia, una festa. Giovanni non sta più nella pelle rivedendo Gesù dopo averlo riconosciuto il giorno prima. È talmente contento che sente nel suo cuore il desiderio di sganciare da sé i suoi seguaci per mandarli da Colui che è l’unico vero grande maestro tanto atteso. Non ha paura di restare solo e dimenticato, il suo interesse è che tutti, anche i suoi discepoli, possano fare l’esperienza di illuminazione che lui stesso ha avuto la grazia di fare il giorno prima. Lo stesso effetto lo vive anche Andrea. È talmente tanta la gioia di aver incontrato Gesù che non può fare altro che trascinarsi dietro anche suo fratello Simone.

Sarebbe proprio bello chiederci se come cristiani siamo più preoccupati di far sì che le giovani generazioni, ma anche più in generale gli altri, stiano dietro a me, imparino i miei gesti, i miei pensieri, seguano le mie orme … oppure scoprano la dimora di Gesù; certo, che tutto questo significa avere il coraggio di rischiare di restare soli, magari di far morire alcune abitudini o tradizioni, significa aprirsi a nuovi modi di vivere la fede. È il coraggio che ci viene mostrato nella prima lettura da Eli: lui, il maestro sa accompagnare Samuele verso il Signore che lo chiama; solo in questo modo Samuele ha potuto prendere il volo e realizzare la sua vocazione.

Altro aspetto bello del Vangelo di oggi sono le prime parole di Gesù che l’evangelista ci riporta. Non è un’affermazione, non è una indicazione e neppure un insegnamento fatto con autorità, si tratta di una domanda: “Che cosa cercate?”. Già perché l’incontro con Gesù non può che far sorgere le domande fondamentali della tua vita: che cosa cerchi nella tua vita? Cosa cerchi nel tuo lavoro? Cosa cerchi nelle tue relazioni? Cosa cerchi in tua moglie, in tuo marito? Cosa cerchi nella tua fidanzata, nel tuo fidanzato?

Questa ricerca è la scomodità della fede ma ne è anche il fascino.

È la scomodità perché ti obbliga a fermarti e a guardarti dentro, a tirare fuori (educare) tutto ciò che sei, di bello e di brutto, di buono e di cattivo.

È il fascino perché non puoi che fare la scoperta che Dio ti accoglie proprio così come ti sei scoperto e solo scoprendoti puoi offrirti a Lui e quindi agli uomini per ciò che sei veramente.

Il cammino di fede è dunque un cammino di discesa nelle profondità più oscure del nostro essere per poterne poi risalire (risorgere) rinnovati dalle nostre stesse forze che non pensavamo neppure di avere.

Signore Gesù,
Tu che ti sei posto accanto all’uomo
nel suo desiderio di camminare
verso la mèta della felicità e della libertà;
Tu che hai saputo accoglierci e amarci
per ciò che siamo,
con i nostri limiti e le nostre capacità;
aiutaci a sperimentare la gioia del tuo incontro e
facci annunciatori e testimoni
di questa gioia che è il Vangelo,
parola di Vita, di Gioia e Libertà.
Amen.