La gente subito lo riconobbe

V settimana del Tempo Ordinario – I

LUNEDÌ 10 FEBBRAIO | la gente subito lo riconobbe

S. Scolastica, vergine

Dal Vangelo di Marco (6,53-56)

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

COMMENTO

C’è un forte desiderio nella folla che si raduna attorno a Gesù, un desiderio che esprime un bisogno; il desiderio è di “poter toccare anche solo il lembo del suo mantello”, il bisogno è quello di essere sanati. Essere sani è la condizione per essere liberi di intessere relazioni con gli altri, è la condizione quindi che ci permette di “essere qualcuno” nella società. Ciò che mette in moto tutta questa folla, ciò che attiva il desiderio di incontrare Gesù, è la certezza che lui può guarirli; una certezza che nasce dall’aver ascoltato la “bella notizia” (=vangelo) di coloro che lo hanno gia incontrato e hanno già potuto sperimentare la sua forza risanatrice. Questo “vangelo” si diffonde senza fatica e raggiunge ogni uomo ed ogni donna che hanno bisogno di quel messaggio.

Mi viene spontaneo interrogarmi sul perché oggi questo messaggio di salvezza fa così fatica a diffondersi? la risposta può essere duplice: o perché l’uomo di oggi non ha più bisogno di essere sanato nel corpo e nello spirito da Gesù, o perché questa “bella notizia” oggi non viene più testimoniata. Personalmente sono più propenso alla seconda motivazione, e questo mi mette personalmente in crisi. Facciamo quest’oggi l’esercizio di portare alla mente i nostri incontri con Gesù, di sperimentare di nuovo la sua forza risanatrice. Proviamo quindi a sigillare, nero su bianco, i sentimenti che nel nostro cuore si fanno strada. Possiamo, vogliamo, riusciamo a testimoniare questi sentimenti?

Gesù, un invadente che non si fa gli affari propri

9 febbraio 2025 | 5^ Domenica del Tempo Ordinario – anno C |

Is 6,1-2a.3-8 | Sal 137 | 1Cor 15,1-11 | Lc 5,1-11

Gesù, un invadente che non si fa gli affari propri

In questa V domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la liturgia ci propone un Gesù invadente.

Pietro è lì a farsi gli affari suoi, cercando consolazione dai fallimenti di una notte di pesca quando un tale, un perfetto estraneo sale sulla sua barca e inizia a dettare comandi… fai questo fai quello … ma cosa vuole questo tale?

Pare essere un predicatore, attorno a lui tanta folla, continui a parlare, perché viene a rompere le scatole a me? E poi si permette di darmi indicazioni sul mio lavoro.

Sembra di sentire le tante critiche mosse nei confronti della Chiesa oggi. Di cosa si vogliono impicciare questi preti? Non sono sposati e vogliono darci indicazioni sul matrimonio; non possono aver figli e predicano che la natalità deve aumentare; non hanno rapporti di coppia e si pongono a maestri dell’amore dando anche indicazioni su come vivere la sessualità; si impicciano nella politica, nella scienza, nell’educazione … che stiano al loro posto e parlino delle loro cose tra di loro!

Pietro, forse per disperazione o forse perché preso in contropiede, ha accolto i suggerimenti di Gesù, ha messo a disposizione la sua barca e il suo tempo e ha messo da parte la sua grande esperienza di pescatore lasciandosi convincere a gettare in acqua le reti nell’ora più sbagliata della giornata; così inizia il suo stupore accanto a Gesù. Una pesca così fruttuosa non si era mai vista, la barca stessa non riusciva a tenere tutti i pesci presi e gli uomini a disposizione non avevano la forza per issare le reti; mi sembra di vedere Gesù che se la ride sotto i baffi intanto che Pietro, incredulo e felice come una Pasqua, chiama qualcuno per aiutarlo.

Apparentemente Gesù non ha nulla da dire a ciascuno di noi su come affrontare la vita, cosa ne può sapere lui di ciò che stiamo vivendo noi oggi! Eppure, quando fai l’esperienza di fidarti di lui non puoi che restare a bocca aperta nell’accorgerti delle sorprese che iniziano ad arricchire la tua vita.

È difficile oggi essere portatori del Suo messaggio così come è difficile oggi accettare di diveltarlo. Eppure, viviamo in una società che tutt’oggi si dice cristiana! Ma come è possibile questo?

Isaia ha accettato il suo incarico di essere annunciatore di una parola folle e fuori dal tempo, così come Paolo, e noi quanta fiducia mettiamo in questo Gesù che fa di tutto per cambiare la nostra vita in meglio?

Abbiamo tolto Dio dalla nostra quotidianità rinchiudendolo dentro le quattro mura delle chiese, sempre più vuote e silenziose; papa Francesco continua ad invitarci ad uscire dalle chiese per muoverci in direzione delle periferie. Io penso che la periferia più grande la possiamo trovare oggi in tutti coloro che, pur vivendo nelle nostre città, pur sposandosi in chiesa e chiedendo i sacramenti per i loro figli, vivono la loro fede come estranea alle loro giornate.

Gesù oggi fa l’invadente salendo di forza su quelle piccole barche che sono le nostre chiese domestiche; chiede di essere riportato al centro delle nostre famiglie, delle nostre relazioni più intime, dei nostri pensieri e delle nostre scelte. Ci chiede di diventare annunciatori di quella meraviglia che solo Lui può farci sperimentare.

Ci riferiamo a Te Gesù quando siamo nei guai, nel resto delle nostre vite invece siamo certi di bastare a noi stessi anche se poi scopriamo di annaspare tra le sabbie mobili di un mondo troppo pieno di sé e illuso di poter fare tutto ciò che vuole anche a discapito dei più deboli.

Oggi ci prendiamo l’impegno di lasciarti salire sulla nostra barca, di lasciarti entrare nella nostra vita, forse non lo facciamo perché siamo proprio convinti della tua importanza ma ormai siamo quasi alla frutta e in questo momento ti sei presentato a noi come ancora di salvezza. Siamo stanchi ed affamati ma “sulla tua parola getterò le reti” aiutami a dire ogni giorno il mio “Eccomi, manda, me”. Amen.

Non solo parole …

9 giugno 2024 – X domenica del Tempo Ordinario |

Critiche e fraintendimenti sono lo spunto per la riflessione di questa X domenica del tempo Ordinario, Pasqua della settimana.

Gesù viene ascoltato, interpellato, interrogato; il suo messaggio lo precede per le strade della Palestina al punto tale che le folle lo raggiungono in ogni luogo; di lui si parla tra amici, ai mercati, sui posti di lavoro … ma questo “chiacchiericcio” (come penso potrebbe ben chiamarlo papa Francesco) non basta anzi, non serve.

Le parole degli uomini, non bastano anzi, possono davvero essere controproducenti; possono essere frutto di invidie o possono essere fraintese. Gli stessi amici e parenti di Gesù sono caduti in quella trappola tanto antica quanto l’umanità che è la tentazione di poter fare da soli, di lasciare Dio all’oscuro dei fatti, di possedere la Vita e la Verità.

Gesù viene proprio in mezzo a tutto questo; la sua Parola non può neppure competere con le parole degli uomini, neppure con quelle dei più grandi maestri; il suo parlare è preceduto dai segni della sua presenza e le sue parole sono confermate dalla salvezza che raggiunge chi le ascolta.

Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”

Ciascuno di noi è fratello sorella e madre di Gesù se e quando ascoltiamo e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti, se e quando facciamo la sua volontà.

L’unico frutto dell’albero che possiamo mangiare per divenire davvero come Lui nella santità è la Parola di vita. Soltanto dopo aver creduto possiamo parlare, soltanto dopo aver plasmato la nostra vita con la sua Parola potremmo davvero testimoniare con le parole e con i fatti la nostra fede.

Ci lamentiamo spesso che la nostra fede è sterile, che le nuove generazioni non sono ingolosite dal messaggio di Cristo … io penso che la domanda debba riguardarci più da vicino: siamo credenti credibili? Chi vede noi incontra il messaggio di salvezza che è la misericordia di Dio? Chi vede le nostre azioni vede la nostra scelta di fede?

Signore Gesù
Parola viva
accresci in me
il desiderio di incontrarti
di amarti
di seguirti
di farmi sempre più tua immagine.
Il mio parlare di te
non sia semplice chiacchiericcio
ma trovi conferma
nelle mie azioni
e nelle mie scelte.
Chi incontra me
possa incontrare Te.
Chi ascolta me
possa ascoltare Te.

Amen.