04 agosto 2024 | XVIII Domenica del Tempo Ordinario – anno B
In questa diciottesima domenica del tempo ordinario nel ritornello del salmo abbiamo implorato il Signore chiedendogli il dono del pane del cielo.
Ma in realtà noi cosa cerchiamo da lui?
Nel deserto il popolo prescelto subiva la fame, il caldo, la stanchezza e ha osato lamentarsi con Dio e lui risponde loro donando un cibo per il sostentamento. Gesù preso da compassione verso la folla che lo seguiva, ha cercato e trovato il modo per sfamare ciascuno di loro grazie alla generosità e all’altruismo del giovane Siro, lo abbiamo visto la scorsa settimana. Oggi, quella stessa folla continua a cercare Gesù, ha la pancia piena ma questo non basta, desidera avere ancora del pane da mangiare, è una folla mai sazia. Quella folla siamo noi, affamati di tutto ciò che può sanare i desideri della carne: il cibo, la spensieratezza, la salute, la sessualità, il facile divertimento… Ma cosa potrà mai valere la cura del corpo esteriore se l’interno è marcio? Cosa potranno mai valere tutte le cure di bellezza se non siamo capaci di relazionarci in maniera sana con gli altri? Cosa mai potrà valere tutta la mia salute se non sono in grado di vedere i bisogni del fratello che vive accanto a me?
San Paolo agli efesini da un suggerimento molto attuale non comportatevi più come i Pagani con i loro vani pensieri. Potremmo noi oggi dire: non lasciarti ingannare dalle mode e dal momento, non lasciarti accecare dalle vetrine del mondo, non illuderti di poter vivere un’esistenza solamente fatta di lodi ricchezze e salute. La parola di Dio ci costringe quest’oggi a rimettere i piedi in terra, a riscoprire la fatica e la bellezza del vivere. Una bellezza che non può che essere frutto del sudore della conquista di una meta.
Quando sei in montagna e cominci a camminare, ti avvii su per una salita, fai la fatica di mettere un piede davanti all’altro per conquistare metri di sentiero, senti il sudore scendere dalla fronte, il peso dello zaino sulle spalle, le gambe che si induriscono per la stanchezza ma quando arrivi alla vetta ti guardi attorno e scopri la meraviglia del creato e dentro di te ti senti rinascere; è una gioia questa che puoi sperimentare solo dopo aver fatto la fatica dalla salita, è la gioia di colui che ha conquistato la meta prefissata alla partenza. Anche noi, folla assetata e affamata, siamo stimolati quest’oggi a metterci in ricerca di colui che solo può dissetare e sfamare le nostre brame; e la sorpresa è che lui, Gesù, il risorto, il figlio di Dio, già ci precede nel cammino e ci attende per offrirci tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è: noi siamo coscienti di ciò di cui abbiamo veramente bisogno? Cosa cerchiamo in questo cammino che è la vita?
Signore Gesù tu sei il pane disceso dal cielo, tu sei la fonte d’acqua viva che disseta ogni mio desiderio: aiutami ad amarti sempre di più, aiutami a cercarti e a desiderarti per poterti riconoscere lì davanti a me nel cammino della vita. Amen