Affamati di relazioni vere

2 febbraio 2025 | Presentazione di Gesù al Tempio |

Affamati di relazioni vere

Andiamo in pace incontro al Signore

È con queste parole che è iniziata la celebrazione di questa Domenica in cui ricordiamo la Presentazione di Gesù al Tempio.

Sono le parole che esprimono i sentimenti e i desideri di Maria e di Giuseppe mentre, secondo la tradizione dei loro padri, portano il loro figlio primogenito al Tempio per offrirlo al Signore; sono le parole che esprimono i sentimenti e i desideri degli anziani Simeone ed Anna che ogni giorno hanno dedicato la loro vita all’incontro con Dio; sono le parole che esprimono i sentimenti e i desideri di ogni credente che nella propria vita cerca di muoversi nella direzione giusta per poter vedere e incontrare il suo Signore e Creatore.

C’è quindi un desiderio insito nel cuore di tutti questi uomini e di tutte queste donne, il desiderio di incontrare quell’unico Dio che può donare loro pace e serenità.

È quindi un desiderio che muove il credente nel cammino di fede. Proviamo a chiederci cosa ha mosso quest’oggi il cammino che ci ha portati qui in chiesa a questa celebrazione. Riportiamo alla mente che aver fede nel Dio di Gesù Cristo è una questione di relazione tra due Io che si desiderano e si cercano.

L’uomo di oggi, l’uomo che sta pianificando di andare a vivere sulla Luna e sogna e sperimenta i viaggi nello spazio profondo, può oggi avere dentro di sé il desiderio di incontrare Dio? Potremmo anche chiederci: il Dio di Gesù Cristo ha ancora qualcosa da offrire all’uomo di oggi?

Io penso di sì; forse non abbiamo bisogno di ciò che offriva nei decenni passati o nelle forme in cui veniva offerto ma certamente di qualcosa anche l’uomo di oggi necessita da Dio.

Penso che la prima fame dell’uomo di oggi sia una fame di relazioni vere.

La fede è una relazione d’amore e come tale si basa su un atto di fiducia. Anna e Simeone hanno avuto fiducia tutta la vita nella certezza di incontrare il Salvatore del loro popolo; Maria e Giuseppe hanno avuto fiducia in quel Dio che ha chiesto a loro una prova di coraggio nell’accoglierlo come figlio. Sulla fiducia si fondano anche le nostre umane relazioni di amore e tutti noi sperimentiamo come questa fiducia è fragile, come basta poco o nulla per perderla; la fiducia è proprio come quella piccola luce che quest’oggi ci viene consegnata e che ci ricorda la fiammella della candela del battesimo, una piccola fiammella che se non viene protetta e alimentata costantemente si spegne e ci abbandona alle tenebre del mondo, se invece curata può guidarci verso la meta della nostra vita, verso la realizzazione del nostro più intimo desiderio che è l’incontro con il Cristo.

In questa festa, dunque, facciamo esperienza di quanto le nostre relazioni possano essere fragili anche se i nostri atteggiamenti ci fanno apparire grandi e forti; l’immagine di Dio in questa candela invece ci offre la grandezza del Creatore nella fragilità di una fiamma che porta calore e offre una via a chi desidera percorrerla. Ti preghiamo quest’oggi Signore perché ogni uomo e ogni donna abbia l’opportunità di alimentare il desiderio di Te. Quelle piccole fiammelle d’Amore che abitano la terra possano incontrare le lampade spente e vuote dell’uomo stanco e sfiduciato o dell’uomo troppo pieno di sé, possano alimentarle ed accenderle nella Carità fraterna. Ogni uomo e ogni donna possa così sentirsi amato, accolto e cercato da te, Padre, Creatore e Redentore di tutto quanto esiste. Amen.

Una Parola di speranza

26 gennaio 2025 | 3^ Domenica del Tempo Ordinario – anno C |

Un Parola di speranza

In questa 3 domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, celebriamo la VI Domenica della Parola di Dio.

Penso che il porre al centro della nostra riflessione il tema dell’ascolto della Parola ci deve riportare all’essenziale del nostro rapporto con Dio: l’ascolto.

Quando a Gesù venne chiesto “quale è il più grande comandamento”, egli rispose citando le sacre scritture: “Il primo è Ascolta Israele …”.

L’ascolto è il punto di partenza di una sana relazione che nel tempo può trasformarsi in amicizia e quindi in Amore. Questo è il percorso che Dio sogna per ciascuno di noi, suoi figli.

Quando pensiamo alla fede ci viene facile pensare al che cosa fare; la giornata di oggi invece ci aiuta a ripensare il nostro essere credenti come ad una relazione; Dio, infatti, si pone a me come un Tu desideroso di incontrarmi, di conoscermi e di amarmi.

Si dice che la Bibbia sia il libro più venduto e maggiormente tradotto, il che è vero, ma quanti di questi libri venduti sono stati letti? Non basta avere in casa un libro, ma neppure un’enciclopedia di medicina per essere dei bravi medici, è necessario leggerli, studiarli, innamorarsi della disciplina. Così è per il nostro rapporto con Dio, non basta avere una Bibbia in casa, e neppure aver frequentato qualche incontro di catechismo per dire di avere un rapporto con Dio (tradotto: di essere credenti), è necessario leggere in continuazione il testo, lasciarsi interpellare da esso, innamorarsi di Colui che mi parla attraverso quella Parola.

È ciò che è accaduto a Luca, l’evangelista. Ha ascoltato la predicazione di Paolo, ha cercato e approfondito il “tema” Gesù di cui ha sentito parlare ed ha scoperto un tu desideroso di amarlo.

Che bello sarebbe se ogni volta che leggessimo qualche brano della Sacra scrittura la nostra reazione fosse come quella del popolo di Israele al tempo di Neemia: entusiasmo, commozione, desiderio di saperne di più.

Purtroppo, mi accorgo sempre più che i cristiani, anche quelli che ogni domenica vanno a messa, non si pongono in ascolto della Parola. Potremmo fare un test: mentre uscite da messa provate a chiedervi l’un l’altro anche solo quale vangelo è stato letto! Forse potrete dirmi quanto è stata lunga la predica, forse potrete dirmi se il celebrante ha fatto dei gesti particolari, forse potrete dirmi quale canzone vi è piaciuta di più, ma la cosa più importante è cosa vi ha detto Dio attraverso la sua Parola!

Facciamo anche attenzione alle emozioni che si muovono dentro di noi perché magari restiamo a bocca aperta in attesa di quanto Dio vuole dirci, siamo desiderosi di ascoltarlo, proprio come i nazaretani, ma poi, dopo aver ascoltato le sue parole … non ve lo dico, a casa andate voi a vedere quale è la reazione dei compaesani di Gesù, la potete trovare nel vangelo di Luca, al capitolo 4.

La Parola di Dio infonde speranza nel cuore del credente perché è Parola viva, trasmette il calore di un Tu che si relaziona con l’uomo, non ci troviamo infatti di fronte alla fredda pagina di una saga ma a calde pagine scritte dall’Amato alla sua amata, da Dio alla sua Chiesa, dal Creatore alla sua creatura.

Facciamo l’esercizio di leggere e rileggere la Parola, non come modo per imparare qualcosa ma come opportunità di incontrare qualcuno di importante per nostra vita. Amen.