Traditori della fede dei padri

1 settembre 2024 | XXII Domenica Tempo Ordinario – anno B

Punzecchia sul vivo la Parola di questa 22^ domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana.

Vetrine, maschere, bei sorrisi, pacche sulle spalle … a cosa serve la bella foto di un piatto goloso sul menù se poi chi deve preparare il piatto non è in grado di cucinare?

A cosa serve un piatto di bella cera se poi non siamo attenti ai bisogni dell’altro?

Belle le processioni, belle le tradizioni di paese, belle le statue che ci hanno lasciato i nostri avi, suggestiva la notte di Natale … ma tutto questo a cosa serve se poi le nostre relazioni sono marce all’interno?

Spesso ho l’impressione che noi, Chiesa, ci siamo affossati su abitudini ormai svuotate, su azioni che non dicono nulla a noi figuriamoci alle nuove generazioni! È la stessa cosa che Gesù condanna ai farisei.

Quello che ci chiede Gesù oggi non è quello di abbandonare le tradizioni ma di trovare il modo di tradirle (cioè consegnarle, dal latino tradere) in modo che possano parlare ancora oggi.

Non è vero che i giovani di oggi non sono più interessati alla fede, non è vero che i giovani sono lontani dalla fede, solo che nella Chiesa oggi fanno fatica a trovare le risposte alle loro domande. Il motivo è semplice, noi stessi non abbiamo le risposte a queste domande o addirittura ce le poniamo nel silenzio e facciamo finta di nulla.

Ci viene in aiuto Giacomo con le parole che abbiamo ascoltato nella seconda lettura: “Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi.

Ascoltare la Parola, lasciarla sedimentare dentro di noi e poi cercare di metterla in pratica al meglio.

In questo sforzo di incarnazione del Verbo mettiamo in discussione noi stessi, la nostra fede e la nostra vita; se avviene questo significa che ci stiamo lasciando plasmare dalla Parola.

Questa è la conversione a cui Gesù oggi ci chiama, questo significa divenire testimoni del risorto, questo ci rende giorno dopo giorno credenti sempre più credibili. Signore Gesù,
oggi ci sproni a vivere più profondamente la nostra fede;
ci chiedi di accogliere
dal passato un insegnamento
e di consegnarlo al futuro
restando fedeli all’origine del messaggio
pur traducendola per renderla comprensibile
alle nuove generazioni.
Aiutaci a vivere sempre più intensamente
la tua Parola di vita
affinché possiamo consegnare al domani
quella Speranza che abbiamo ricevuto
in eredità dai nostri padri.
Fa di tutti noi dei credenti sempre più credibili
perché il mondo creda che tu sei con noi
tutti i giorni fino alla fine del mondo.
Amen.

Conoscere e RI_conoscere

07 luglio 2024 | XIV Domenica Tempo Ordinario – B

In questa 14 domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, il Vangelo sembra proprio parlare a noi, “addetti ai lavori” o comunque a noi che siamo a messa ogni domenica e che diciamo di conoscere Gesù.

Già, conosciamo Gesù, più o meno bene, come lo conoscevano i suoi concittadini. L’hanno visto crescere nella bottega del padre Giuseppe, conoscono bene tutta la sua famiglia, l’hanno visto giocare per le strade di Nazareth … ma un conto è conoscerlo, un conto è riconoscerlo. Anche per noi è facile conoscere Gesù, ce lo insegnano a catechismo, magari qualche nonna ancora racconta la sua storia ai nipoti, ci commuoviamo pensando alla sua nascita nel presepio … ma questo sapere non sempre basta per riconoscerlo vero Dio!

Certo ci farebbe comodo un Gesù che risolva tutti i nostri problemi, che ci liberi dalle spine pungenti che segnano la nostra carne, che trasformi la nostra faticosa vita in un qualcosa di fantastico, favoloso, come è appunto quella delle favole … ma questo non accade.

Ti basta la mia grazia” risponde il Signore a Paolo. La fede non è il frutto dei miracoli, sono i miracoli frutto della fede.

Miracolo è perseverare nella speranza pur vivendo le fatiche e i dolori della vita. “Mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte”; sono le parole di Paolo. È la speranza che i profeti di ieri e di oggi offrono al mondo. Ma quanto è difficile riconoscere un profeta!

Gli uomini di Dio sono tutti coloro che non si omologano al mondo ma hanno la forza di sperare anche in mezzo alle fatiche e alle difficoltà; sono coloro che sanno riconoscere la grazia divina che li raggiunge in ogni momento; sono coloro che sanno sorridere anche nei momenti più difficili dell’esistenza perché sanno che Dio è al loro fianco.

Non basta conoscerti Gesù,
è necessario riconoscerti Dio.
Alimenta la mia povera fede
perché ogni giorno
possa godere della tua Grazia.
Tu, Gesù di Nazareth
Figlio unigenito del Dio altissimo
fa di me un profeta del tuo Amore:
quell’Amore che mi offri ogni giorno,
quell’Amore con cui sei al mio fianco nelle fatiche della vita,

quell’Amore smisurato che supera ogni mio capriccio.
Fa o Signore che chi vede le mie debolezze
possa riconoscere la tua forza.
Amen.