
IV settimana del Tempo Ordinario – I
GIOVEDÌ 06 FEBBRAIO | chiamò a sé
Dal Vangelo di Marco (6,7-13)
In quel tempo Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: “Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro”. Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
COMMENTO
Non si può andare da nessuna parte se prima non siamo stati con Gesù. Non possiamo offrire al mondo l’Amore se prima non lo abbiamo vissuto. Ancora: non siamo noi a decidere ma è Gesù che ci chiama e ci invia.
Il testimone deve quindi essere leggero nel suo viaggio, leggero di cose materiali e leggero di pensieri. Scrivo queste parole dopo una giornata trascorsa nel preparare i miei incontri a scuola con i ragazzi di domani, se avessi la grande fede di cui parla il vangelo dovrei entrare in ciascuna classe con tanta leggerezza e … ascoltare ciò che lo Spirito mi suggerisce in quel momento. Certo mi è concesso il bastone casomai qualche “spirito impuro” cercasse di assalirmi anche se non penso che la legge lo permetta a scuola. Scherzi a parte, penso che per lasciarmi trasportare dallo Spirito nei miei incontri, soprattutto quelli ufficiali, a scuola, nella catechesi o nella predicazione, dovrei incrementare parecchio la mia preghiera, il mio stare con Colui che mi chiama a sé.
L’esercizio di quest’oggi potrebbe essere il riflettere su quanto nelle nostre azioni lasciamo lavorare lo Spirito e quanto invece lavoriamo solo noi.