Mercoledì 6 novembre

MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE

Dal Vangelo di Luca (14,25-33)

Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

COMMENTO

La fede non è qualcosa di semplice. Per troppo tempo l’abbiamo presentata come una favola a lieto fine, ma non è così. La fede non è roba da bambini, è una questione da adulti.

Nel Vangelo oggi Gesù ci chiede consapevolezza per aderire alla sua proposta. Per essere cristiano devi lasciare al secondo posto nella gerarchia dei tuoi interessi tutto ciò che umanamente sembra costituire la tua persona: gli affetti. Questo non significa diventare anaffettivi, ma significa che quegli affetti diventano veri e profondi solo alla luce della nostra relazione con Dio che, pertanto, deve restare al primo posto, sempre.

La seconda cosa di cui dobbiamo essere consapevoli è la croce quotidiana. Fatiche, sofferenze e incomprensioni non devono mai mancare nel cammino del cristiano. Pertanto, lamentarsi della difficoltà del cammino non serve a nulla. Questo non significa che dobbiamo andare a cercare il martirio; la vita ordinaria è già il nostro martirio che dobbiamo vivere nella luce della Pasqua. Ed è nei suoi riflessi luminosi che possiamo godere dell’accompagnamento di Dio sul cammino della vita ed è da questa presenza costante e discreta che acquistiamo forza e coraggio per affrontare a testa alta e nella speranza le sfide della vita. Amen.

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