24 novembre 2024 | N. S. Gesù Cristo Re dell’universo – anno B |
Una scomoda Verità
Dn 7,13-14 | Sal 92 | Ap 1,5-8 | Gv 18,33b-37
Dio in Gesù è “venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità”.
Queste parole guidano la nostra riflessione in questa 34 domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, solennità di Cristo Re dell’Universo.
Quale verità ci testimonia Gesù?
Lui dice di essere Re di un Regno che non è di questo mondo, ma cosa significa? La verità del suo essere Re si manifesta a noi in un modo non certo chiaro e, secondo i nostri canoni, poco credibile.
La sua potenza è manifestata sulla croce, strumento di tortura e di morte; la sua leadership è riconosciuta solo da poveri, malati, e vedove che divengono anche il suo “esercito”; il suo carisma alla fine pare non essere stato compreso neppure dai suoi seguaci.
Questo Re pare tutto il contrario di ciò che ci aspettiamo.
Ma facciamo un passo indietro. Quali caratteristiche dovrebbe avere Dio per essere il più possibile vicino a me?
Dovrebbe essere uno come tanti altri, che non si estranea dalle masse e non impone il suo pensiero con la forza; deve essere uno che sa parlare un linguaggio comprensibile a tutti e che condivide il nostro modo di vivere. Un Re con queste caratteristiche certamente potrà capirci. Questo Re non può che essere quel Dio che “rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, che ricolma di beni gli affamati e soccorre l’orfano e la vedova” …
Festeggiare Gesù Cristo Re dell’universo contemplando la sua potenza sulla croce non può che aiutarci a ribaltare la nostra visione del mondo. La società in cui viviamo ci offre come modello da seguire colui che con la voce grossa opprime il debole, la nostra fede ci chiede di avvicinarci ai più deboli per risollevarli alla dignità propria dell’uomo; la società in cui viviamo ci chiede di impegnare tutte le nostre energie in una scalata sociale per poter avere più soldi, più immagine e più riconoscimenti, la nostra fede ci chiede di vivere nell’umiltà per mettere in gioco l’amore vero, quell’amore che ci porta a gioire con chi è nella gioia e a soffrire con chi è nel pianto.
Tutti noi sentiamo questo bisogno di vicinanza; eppure, facciamo fatica a convertirci, ad invertire il senso di marcia della nostra vita. Sentiamo cosa dovremmo fare per stare bene e per far stare bene eppure continuiamo a ripiegarci su noi stessi nella speranza di non incrociare lo sguardo di Colui che potrebbe chiedermi di mettere a disposizione la mia esistenza per questa verità così affascinante quanto scomoda.
Oggi Cristo dalla croce guarda anche te e ti chiama a far parte dell’esercito del suo Regno. Tutti siamo chiamati ad investire ciò che siamo e ciò che abbiamo affinché il mondo possa essere sempre più libero dal male che lo avvolge. Non pensare che sia un qualcosa che riguarda altri, non puntare il dito su chi ti sta vicino o sul figlio di qualcun altro. Oggi Dio è entrato nella tua casa e chiede la tua disponibilità per rendersi presente agli uomini e alle donne che da ogni angolo del mondo innalzano a Lui un grido di aiuto.
Signore Gesù,
non sono un grande oratore
ma posso portare la tua presenza nel mondo
con la mia vita,
condividendola con tutti coloro
che chiedono il tuo aiuto.
Non so cosa potrò fare
ma sono disponibile
ad accogliere il tuo invito a seguirti
per divenire parte di quell’esercito
che invii nel mondo a portare amore:
con la solidarietà,
con i sacramenti,
con la compassione.
Eccomi Signore
rendimi segno della tua presenza.
Amen.