Domenica 15 dicembre 2024

15 dicembre 2024 | 3^ Domenica di Avvento – anno C |

Che cosa ci possiamo fare?

Che cosa dobbiamo fare?

È questa la domanda che ritorna in questa 3 domenica di avvento, domenica “gaudete”, domenica della gioia.

La domanda del vangelo non riguarda gli altri ma riguarda noi, riguarda me. Che cosa devo fere per seguirti? Che cosa devo fare per essere un tuo buon discepolo? Che cosa devo fare per potermi dire di essere un buon cristiano?

Gesù non risponde “prega” e neppure “vai a messa”. Gesù risponde ai pubblicani di essere rispettosi della legge e ai soldati di rispettare gli altri e le loro proprietà. È interessante che Gesù non ci chiede di abbandonare ciò che siamo ma ci chiede di esserlo in modo corretto e rispettoso della gente. Gesù è quindi il primo a non farci violenza ma a esaltare il meglio di ciò che siamo.

Io penso che questa sia una notizia più che meravigliosa.

C’è poi un altro aspetto dell’uomo di fede che mi pare possa essere letto dalle prime due letture: è la serenità e la pace.

In altre parole, mi pare che il profeta Sofonia e l’apostolo Paolo ci dicano che chiunque incontra il Signore non può che vivere serenamente, perché sa che non trascorre le sue giornate in solitudine, né quelle che passano via tranquille né quelle in cui viviamo i tormenti dell’esistenza. Il Signore è lì accanto a noi, sempre e condivide ogni nostra gioia e ogni nostra fatica, e non lo fa perché è uno che si immischia negli affari degli altri, ma perché è uno che si prende a cuore le persone a cui vuole bene e si preoccupa per ciascuna di loro.

Penso sia questo il significato del Natale a cui ci stiamo preparando: riconoscere la presenza di Gesù nella nostra vita; scoprire che possiamo “non angustiarci” dei pesi della vita perché non siamo soli a portarli; scoprire che possiamo “non temere più alcuna sventura” perché Lui le affronterà assieme a noi.

Cantiamo ed esultiamo” anche noi assieme a Isaia:

“Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza”.

Il profeta è arrivato a pregare con queste parole certamente dopo un cammino di fede non semplice, ma ha avuto il coraggio di intraprenderlo; quanto è difficile per noi oggi riporre tutta questa fiducia in Dio; facciamo fatica a riconoscerne l’esistenza, figuriamoci metterci nelle sue mani!

Eppure, oggi siamo qui Signore,
ci stiamo preparando al tuo Natale,
ci stiamo tentando, perlomeno.

È faticoso il cammino della vita
ma nonostante questo
cerchiamo di portarlo avanti al meglio,
il più delle volte
confidando solo nelle nostre forze,
anche se in fondo al nostro cuore
sappiamo che tu ci sei.
È per questa flebile fede
che oggi siamo qui e ci rivolgiamo a te:
aiutaci a riconoscere la tua presenza
nelle nostre giornate
affinché possiamo viverle
nella serenità e nella pace.
Amen

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