22 dicembre 2024 | 4^ Domenica di Avvento – anno C |
Quando sarà Natale?
Il Signore viene a visitarci, sempre.
È questo il messaggio consolante di questa 4 domenica di avvento.
È Maria che va da Elisabetta ma è Gesù che viene riconosciuto per primo. Maria è portatrice di una verità liberante; quel bimbo che porta in grembo è portatore di pace per tutti i popoli che lo accolgono.
Gesù ancora non è visibile dall’occhio dell’uomo eppure, la sua presenza viene percepita; è l’entusiasmo che ha spinto Maria ad intraprendere il viaggio, è la gioia di Elisabetta che finalmente riesce ad avere un figlio in tarda età, è la danza del battista ancora dentro il grembo della madre. Non può essere che la gioia la testimonianza della presenza di Gesù nella storia.
Potremmo noi chiederci come accogliamo e come testimoniamo il Signore. A volte, come nella prima lettura viene accennato, pensiamo che Dio debba manifestarsi a noi nella forza e nella maestà del potere; altre volte, come ci dice la seconda lettura, pensiamo che Dio si manifesti a noi nei sacrifici e negli atti di culto.
Il Vangelo invece sembra dirci la cosa più semplice del mondo: l’entusiasmo e la gioia di chi lo ha accolto sono la più grande manifestazione della sua presenza.
Penso sempre che quando andiamo a messa e ascoltiamo la Parola di Dio ci troviamo nella stessa situazione di Maria e se poi abbiamo anche la grazia di poterci comunicare con l’eucarestia, la certezza di divenire tabernacoli viventi di Cristo come Maria si rafforza. Ma chi ci incontra dopo essere stati a messa si accorge che portiamo dentro il Cristo vivente? I nostri volti fanno trasparire la gioia di aver incontrato il Dio della vita?
Il Signore Gesù non vuole che andiamo da Lui sotto la minaccia del fuoco che ci attende per l’eternità (così ci dicevano al catechismo o alla dottrina un tempo giusto?) ma vuole che andiamo da Lui per la gioia di incontrarlo nella festa, perché abbiamo sperimentato, direttamente o grazie alla testimonianza di qualcuno, che stare con lui è la cosa più bella che poteva capitarci.
Mancano solo pochi giorni al Natale e attorno a noi tutto ha il sapore della festa: le vetrine, le luci colorate, gli alberi di Natale, i presepi, le canzoni natalizie, i villaggi di natalizi, i mercatini, il termine delle scuole, la partenza per le ferie … ma perché facciamo tutto questo?
Gioia, pace e serenità sono certo parole chiave del giorno di Natale ma quando diventano pura felicita, voglia di evadere, goliardia e frenesia … allora possiamo dire che non è Natale.
Pensiamo a quante ore staremo seduti attorno alla tavola con i nostri cari, è una bella cosa ma perché lo facciamo in questo giorno? Quanto tempo sono stato a lodare il Dio della vita che è venuto ad abitare la mia casa?
Aumentano anche le azioni generose in questo periodo, come se nel resto dell’anno i poveri non ci fossero, ma perché le compiamo in questi giorni? Per metterci a posto la coscienza?
Maria va a trovare la cugina Elisabetta mettendo in pericolo la propria persona per condividere con lei la gioia della maternità. Facciamo in modo che le nostre buone azioni di questi giorni siano mosse dal nostro incontro con il Cristo, accolto in noi e portato nel mondo. Vi auguro che tra tre giorni possa essere davvero Natale in ciascuno di voi. Buon cammino.