
9 febbraio 2025 | 5^ Domenica del Tempo Ordinario – anno C |
Is 6,1-2a.3-8 | Sal 137 | 1Cor 15,1-11 | Lc 5,1-11
Gesù, un invadente che non si fa gli affari propri
In questa V domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la liturgia ci propone un Gesù invadente.
Pietro è lì a farsi gli affari suoi, cercando consolazione dai fallimenti di una notte di pesca quando un tale, un perfetto estraneo sale sulla sua barca e inizia a dettare comandi… fai questo fai quello … ma cosa vuole questo tale?
Pare essere un predicatore, attorno a lui tanta folla, continui a parlare, perché viene a rompere le scatole a me? E poi si permette di darmi indicazioni sul mio lavoro.
Sembra di sentire le tante critiche mosse nei confronti della Chiesa oggi. Di cosa si vogliono impicciare questi preti? Non sono sposati e vogliono darci indicazioni sul matrimonio; non possono aver figli e predicano che la natalità deve aumentare; non hanno rapporti di coppia e si pongono a maestri dell’amore dando anche indicazioni su come vivere la sessualità; si impicciano nella politica, nella scienza, nell’educazione … che stiano al loro posto e parlino delle loro cose tra di loro!
Pietro, forse per disperazione o forse perché preso in contropiede, ha accolto i suggerimenti di Gesù, ha messo a disposizione la sua barca e il suo tempo e ha messo da parte la sua grande esperienza di pescatore lasciandosi convincere a gettare in acqua le reti nell’ora più sbagliata della giornata; così inizia il suo stupore accanto a Gesù. Una pesca così fruttuosa non si era mai vista, la barca stessa non riusciva a tenere tutti i pesci presi e gli uomini a disposizione non avevano la forza per issare le reti; mi sembra di vedere Gesù che se la ride sotto i baffi intanto che Pietro, incredulo e felice come una Pasqua, chiama qualcuno per aiutarlo.
Apparentemente Gesù non ha nulla da dire a ciascuno di noi su come affrontare la vita, cosa ne può sapere lui di ciò che stiamo vivendo noi oggi! Eppure, quando fai l’esperienza di fidarti di lui non puoi che restare a bocca aperta nell’accorgerti delle sorprese che iniziano ad arricchire la tua vita.
È difficile oggi essere portatori del Suo messaggio così come è difficile oggi accettare di diveltarlo. Eppure, viviamo in una società che tutt’oggi si dice cristiana! Ma come è possibile questo?
Isaia ha accettato il suo incarico di essere annunciatore di una parola folle e fuori dal tempo, così come Paolo, e noi quanta fiducia mettiamo in questo Gesù che fa di tutto per cambiare la nostra vita in meglio?
Abbiamo tolto Dio dalla nostra quotidianità rinchiudendolo dentro le quattro mura delle chiese, sempre più vuote e silenziose; papa Francesco continua ad invitarci ad uscire dalle chiese per muoverci in direzione delle periferie. Io penso che la periferia più grande la possiamo trovare oggi in tutti coloro che, pur vivendo nelle nostre città, pur sposandosi in chiesa e chiedendo i sacramenti per i loro figli, vivono la loro fede come estranea alle loro giornate.
Gesù oggi fa l’invadente salendo di forza su quelle piccole barche che sono le nostre chiese domestiche; chiede di essere riportato al centro delle nostre famiglie, delle nostre relazioni più intime, dei nostri pensieri e delle nostre scelte. Ci chiede di diventare annunciatori di quella meraviglia che solo Lui può farci sperimentare.
Ci riferiamo a Te Gesù quando siamo nei guai, nel resto delle nostre vite invece siamo certi di bastare a noi stessi anche se poi scopriamo di annaspare tra le sabbie mobili di un mondo troppo pieno di sé e illuso di poter fare tutto ciò che vuole anche a discapito dei più deboli.
Oggi ci prendiamo l’impegno di lasciarti salire sulla nostra barca, di lasciarti entrare nella nostra vita, forse non lo facciamo perché siamo proprio convinti della tua importanza ma ormai siamo quasi alla frutta e in questo momento ti sei presentato a noi come ancora di salvezza. Siamo stanchi ed affamati ma “sulla tua parola getterò le reti” aiutami a dire ogni giorno il mio “Eccomi, manda, me”. Amen.