
26 gennaio 2025 | 3^ Domenica del Tempo Ordinario – anno C |
Un Parola di speranza
In questa 3 domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, celebriamo la VI Domenica della Parola di Dio.
Penso che il porre al centro della nostra riflessione il tema dell’ascolto della Parola ci deve riportare all’essenziale del nostro rapporto con Dio: l’ascolto.
Quando a Gesù venne chiesto “quale è il più grande comandamento”, egli rispose citando le sacre scritture: “Il primo è Ascolta Israele …”.
L’ascolto è il punto di partenza di una sana relazione che nel tempo può trasformarsi in amicizia e quindi in Amore. Questo è il percorso che Dio sogna per ciascuno di noi, suoi figli.
Quando pensiamo alla fede ci viene facile pensare al che cosa fare; la giornata di oggi invece ci aiuta a ripensare il nostro essere credenti come ad una relazione; Dio, infatti, si pone a me come un Tu desideroso di incontrarmi, di conoscermi e di amarmi.
Si dice che la Bibbia sia il libro più venduto e maggiormente tradotto, il che è vero, ma quanti di questi libri venduti sono stati letti? Non basta avere in casa un libro, ma neppure un’enciclopedia di medicina per essere dei bravi medici, è necessario leggerli, studiarli, innamorarsi della disciplina. Così è per il nostro rapporto con Dio, non basta avere una Bibbia in casa, e neppure aver frequentato qualche incontro di catechismo per dire di avere un rapporto con Dio (tradotto: di essere credenti), è necessario leggere in continuazione il testo, lasciarsi interpellare da esso, innamorarsi di Colui che mi parla attraverso quella Parola.
È ciò che è accaduto a Luca, l’evangelista. Ha ascoltato la predicazione di Paolo, ha cercato e approfondito il “tema” Gesù di cui ha sentito parlare ed ha scoperto un tu desideroso di amarlo.
Che bello sarebbe se ogni volta che leggessimo qualche brano della Sacra scrittura la nostra reazione fosse come quella del popolo di Israele al tempo di Neemia: entusiasmo, commozione, desiderio di saperne di più.
Purtroppo, mi accorgo sempre più che i cristiani, anche quelli che ogni domenica vanno a messa, non si pongono in ascolto della Parola. Potremmo fare un test: mentre uscite da messa provate a chiedervi l’un l’altro anche solo quale vangelo è stato letto! Forse potrete dirmi quanto è stata lunga la predica, forse potrete dirmi se il celebrante ha fatto dei gesti particolari, forse potrete dirmi quale canzone vi è piaciuta di più, ma la cosa più importante è cosa vi ha detto Dio attraverso la sua Parola!
Facciamo anche attenzione alle emozioni che si muovono dentro di noi perché magari restiamo a bocca aperta in attesa di quanto Dio vuole dirci, siamo desiderosi di ascoltarlo, proprio come i nazaretani, ma poi, dopo aver ascoltato le sue parole … non ve lo dico, a casa andate voi a vedere quale è la reazione dei compaesani di Gesù, la potete trovare nel vangelo di Luca, al capitolo 4.
La Parola di Dio infonde speranza nel cuore del credente perché è Parola viva, trasmette il calore di un Tu che si relaziona con l’uomo, non ci troviamo infatti di fronte alla fredda pagina di una saga ma a calde pagine scritte dall’Amato alla sua amata, da Dio alla sua Chiesa, dal Creatore alla sua creatura.
Facciamo l’esercizio di leggere e rileggere la Parola, non come modo per imparare qualcosa ma come opportunità di incontrare qualcuno di importante per nostra vita. Amen.