Risorgere dall’anonimato

31 giugno 2024 | XIII Domenica del Tempo Ordinario – B

Si parla di vite segnate dal dolore, dalla morte, dalla disperazione in questa 13 domenica del tempo Ordinario, Pasqua della settimana.

Vive la malattia la donna emorroissa che non ha nome, così come vive la malattia la piccola figlia di Giairo, anch’essa senza nome, queste due donne senza nome potrebbero essere benissimo ciascuno di noi, senza nome in una società anonima che riduce ciascun uomo in un numero.

Gesù vive in mezzo a tutto questo e cerca, per quanto gli è possibile, di restituire all’uomo la dignità originaria. Gesù si chiede chi lo ha toccato, Gesù va in casa della ragazzina; il suo stare in mezzo alla gente non gli proibisce di instaurare relazioni personali e profonde.

A chi di noi non è capitato di sperimentare momenti di disperazione e solitudine, chi non si è detto almeno una volta: le ho provate tutte, non ho più nulla da fere!

Questa donna emorroissa le ha provate proprio tutte, ha speso tutti i risparmi di una vita nella speranza di guarire … Una sola cosa non ha provato, una sola persona le manca di vedere… quel maestro di cui tutti parlano! Lui, Gesù non si nasconde in luoghi isolati, non scappa dalla folla che lo cerca ma al contrario fa tutto ciò che riesce per entrare sempre più in profondità, in intimità con l’uomo sofferente.

Questa folla senza nome sommerge Gesù di richieste inutili, solo una donna ha coscienza di ciò che questo maestro può fare per lei, solo un papà profondamente preoccupato della sua bambina sa davvero mettersi nelle mani di questo maestro.

Anche noi nella nostra vita di fede camminiamo attorno a Gesù, e come quella folla, come i suoi discepoli, il più delle volte siano lì perché dobbiamo esserlo, perché attorno a Gesù c’è festa, perché… Quando però siamo disperati cerchiamo riparo e ristoro ovunque tranne che in lui, ci rivolgiamo a maghi e cartomanti, ci lasciamo abbindolare dai consigli del primo che passa per la strada, facciano una ricerca in internet e diventiamo subito gli esperti del caso, di ogni caso… Se non che poi le cose peggiorano o comunque non si risolvono e … con chi ci arrabbiamo? Ovviamente con il Padre eterno!

Signore Gesù, tu sei sempre in mezzo e ci rivolgi sempre parole d’Amore, noi però siamo troppo occupati a salvarci la vita da soli che non riusciamo neppure a vedere il tuo braccio teso per attirarci verso di te. Maestro buono, aumenta la nostra fede perché possiamo riconoscerti in mezzo ai tanti volti anonimi di questa società. Il mio desiderio di te posso aumentare fino a lasciarmi risorgere da te che sei la Vita senza fine, l’Amore che dona vita, la Speranza che offre conforto. Amen.

Orme sulla spiaggia

23 giugno 2024 – XII Domenica del Tempo Ordinario B |

Quante volte nella vita attraversiamo tempeste, burrasche … quante volte abbiamo la sensazione di essere abbandonati da tutto e da tutti …

Le letture di questa 12 domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, parlano proprio di questi momenti.

Certo è bello trascorrere del tempo con Gesù quando ci offre il pane da mangiare come durante la moltiplicazione dei pani; è bello stare accanto a Gesù quando ti offre il vino per fr festa coni tuoi amici, come alle nozze di Cana … ma quando ti trovi in mezzo ad un lago e non vedi più le sponde né da una parte né dall’altra (non per niente quel lago era chiamato mare di Galilea) e scoppia una tempesta … le onde alte, tutti si agitano in quella piccola barca da pescatori che presto viene riempita d’acqua … e tu hai la sensazione di affondare assieme a quell’onda che ti ha sommerso … e lui, quel Gesù a cui poco prima pensavi di mettere in mano la tua vita è lì che dorme così profondamente che non si accorge di nulla! Ma quale Dio può permettere questo? Come può questo Maestro essere davvero il Messia atteso? Perché in quei giorni in cui tutto mi pare vada al contrario Lui non c’è? Perché quando scopro una malattia difficile da superare Gesù sparisce dalla mia vita? Cambiamo gli scenari ma le domande sono le stesse!

Quanto vale la pena credere in Gesù se poi quando ne ho bisogno lui non è con me?

Un saggio brasiliano che non ha voluto lasciarci il nome un giorno scrisse:

Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che camminavo sulla sabbia accompagnato dal Signore, e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che per ogni giorno della mia vita, apparivano orme sulla sabbia: una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi posti c’era solo un’orma…
Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita; i giorni di maggior angustia, maggiore paura e maggior dolore…
Ho domandato allora: “Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della mia vita, ed io ho accettato di vivere con te, ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti peggiori della mia vita?”
Ed il Signore rispose: “Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato con te durante tutta il tuo cammino e che non ti avrei lasciato solo neppure un attimo, e non ti ho lasciato… i giorni in cui tu hai visto solo un’orma sulla sabbia, sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio”.

Potremmo a questo punto chiederci: ma di cosa dobbiamo aver paura? Lui è sempre lì, accanto a noi, sia che festeggiamo sia che soffriamo. Di cosa ci lamentiamo? Lui ci sta gia accompagnando o portando sulle sue spalle nonostante i nostri brontolamenti. Lui, il Signore della storia e creatore di tutto quanto esiste si preoccupa, cioè si occupa prima di noi, prima del momento in cui noi possiamo accorgerci di aver bisogno di Lui. In questa giornata ritagliamoci un istante per riconoscere la sua presenza nella nostra vita e rendere grazie per queste attenzioni non dovute né scontate. Amen.

La speranza è l’ultima a morire

16 giugno 2024 | XI Domenica Tempo Ordinario – B

Mi pare che le letture di questa 11^ domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana siano portatrici di speranza.

Come credenti stiamo infatti vivendo, nel nostro Paese, un tempo di delusione; è facile sentire dagli “addetti ai lavori”, se così possiamo definirli, parole di rimpianto dei tempi passati, quando le chiese erano stracolme, quando le processioni invadevano le strade dei nostri paesi, quando la parola del parroco e del catechista aveva un peso, quando … eppure il Regno di Dio è già qui, in tutto questo, nella nostra quotidianità.

Il Regno di Dio è simile ad un uomo che getta il seme sul terreno … questo seme può dare vita ad una spiga oppure no, al seminatore non è dato di saperlo in anticipo. Noi siamo questo seme ma siamo anche questo terreno. Lui, il Seminatore ha fiducia che il buon seme della Parola possa portare frutto; Lui ha la certezza che i frutti di questo seme possano, con l’aiuto del vento, portare altri frutti in altri terreni. La Parola cerca di germogliare dentro di noi, il soffio dello Spirito desidera trasportare il frutto del fiore che siamo su altri terreni.

Noi, terreno e frutto, abbiamo solo il compito di accogliere le cure amorevoli del divin contadino. Noi, terreno e frutto dobbiamo solo coltivare il coraggio di disperdere un poco di ciò che siamo affinché altri possano godere delle cure del Creatore.

Se abbiamo il coraggio di vivere pienamente coccolati da queste cure possiamo davvero scoprire che dal nulla di un piccolo seme di senape possiamo diventare luogo di riposo per gli uccelli del cielo e per i lavoratori della terra.

Il fatto che è Dio che fa crescere, che è lo Spirito che semina e che non dobbiamo far altro che accogliere le cure del contadino, non vuol dire che possiamo giocare al ribasso o che dobbiamo vivere una fede intimistica; ricevere le cure significa fare lo sforzo di reagire al “così fan tutti” o all’ “abbiamo sempre fatto così” per poter sperimentare la bellezza di quell’originalità che Dio ci ha donato.

Il beato Carlo Acutis diceva ai giovani: nasciamo tutti originali ma poi rischiamo di diventare delle fotocopie!

Fare esperienza di Dio significa scoprire che grazie alla nostra originalità, il deserto può diventare una foresta; fare esperienza di Dio significa sperimentare la tua vitalità proprio là dove nessuno avrebbe puntato su di te.

In mezzo alle erbacce è difficile scorgere la bellezza di una spiga di grano ma lei c’è e il vento la può portare ovunque; nel caos del mondo è difficile mettersi in ascolto della Parola di Dio ma Lei parla al cuore di ogni uomo in ogni momento.

In questa nostra società scristianizzata Dio c’è, ciascuno di noi, nella sua piccolezza, può divenire portatore di speranza per una umanità nuova. Le nostre parole avanzano e i gesti clamorosi non fanno più effetto ma la testimonianza di una vita di fede coerente in ogni momento, nelle fatiche e nelle gioie, diviene seme sparso dallo Spirito.

Signore Gesù, Parola vivente
seme divino che libera l’umanità dalla morte,
aiutaci ad accoglierti.
Che le nostre giornate
siano ripiene di Speranza
che le nostre vite
siano trasparenza
della tua presenza in noi
che le nostre parole
siano frutto della tua saggezza.
Fa che possiamo divenire ogni giorno
sempre più credenti credibili
in mezzo a questa società
assetata di Verità. Amen.

Non solo parole …

9 giugno 2024 – X domenica del Tempo Ordinario |

Critiche e fraintendimenti sono lo spunto per la riflessione di questa X domenica del tempo Ordinario, Pasqua della settimana.

Gesù viene ascoltato, interpellato, interrogato; il suo messaggio lo precede per le strade della Palestina al punto tale che le folle lo raggiungono in ogni luogo; di lui si parla tra amici, ai mercati, sui posti di lavoro … ma questo “chiacchiericcio” (come penso potrebbe ben chiamarlo papa Francesco) non basta anzi, non serve.

Le parole degli uomini, non bastano anzi, possono davvero essere controproducenti; possono essere frutto di invidie o possono essere fraintese. Gli stessi amici e parenti di Gesù sono caduti in quella trappola tanto antica quanto l’umanità che è la tentazione di poter fare da soli, di lasciare Dio all’oscuro dei fatti, di possedere la Vita e la Verità.

Gesù viene proprio in mezzo a tutto questo; la sua Parola non può neppure competere con le parole degli uomini, neppure con quelle dei più grandi maestri; il suo parlare è preceduto dai segni della sua presenza e le sue parole sono confermate dalla salvezza che raggiunge chi le ascolta.

Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”

Ciascuno di noi è fratello sorella e madre di Gesù se e quando ascoltiamo e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti, se e quando facciamo la sua volontà.

L’unico frutto dell’albero che possiamo mangiare per divenire davvero come Lui nella santità è la Parola di vita. Soltanto dopo aver creduto possiamo parlare, soltanto dopo aver plasmato la nostra vita con la sua Parola potremmo davvero testimoniare con le parole e con i fatti la nostra fede.

Ci lamentiamo spesso che la nostra fede è sterile, che le nuove generazioni non sono ingolosite dal messaggio di Cristo … io penso che la domanda debba riguardarci più da vicino: siamo credenti credibili? Chi vede noi incontra il messaggio di salvezza che è la misericordia di Dio? Chi vede le nostre azioni vede la nostra scelta di fede?

Signore Gesù
Parola viva
accresci in me
il desiderio di incontrarti
di amarti
di seguirti
di farmi sempre più tua immagine.
Il mio parlare di te
non sia semplice chiacchiericcio
ma trovi conferma
nelle mie azioni
e nelle mie scelte.
Chi incontra me
possa incontrare Te.
Chi ascolta me
possa ascoltare Te.

Amen.