25 febbraio | II Domenica di Quaresima – B

La quiete dopo la tempesta

Questa seconda domenica di quaresima ci offre il tema della manifestazione di Dio. Sul Mòria per Abramo e sul Tabor (almeno per la tradizione) per Pietro Giacomo e Giovanni. Due manifestazioni diverse ma con un unico intento: offrire all’uomo un punto di riferimento per i momenti di difficoltà.
Gesù ha appena annunciato ai suoi amici più stretti che dovrà soffrire molto, poi morire e poi risorgere. La loro reazione non è stata delle più belle: difficile pensare che un tuo amico possa essere maltrattato senza che tu possa fare qualcosa … Pietro addirittura si era permesso di rimproverare Gesù per quella “profezia”. Non si prospettano certamente giorni felici per i discepoli, vedere il loro maestro maltrattato, condannato, appeso al patibolo …
La trasfigurazione è un’anticipazione della risurrezione, di quel momento così lontano dal pensiero dell’uomo che è difficile da tenere a mente, è difficile da immaginare.
Diremmo oggi, uno spoiler della storia.
Difficile superare le notti buie se non ci sono piccole o grandi luci che ti permettono di orientarti.
La trasfigurazione è per i tre discepoli prediletti l’insegnamento per poter superare i difficili momenti della persecuzione. Quasi a dire: quando hai l’impressione che tutto sia finito, quando ti pare che non ci sia più motivo per sperare, quando tutto pare remarti contro, abbi il coraggio di guardare oltre il buio, solo là, in fondo, potrai scorgere un chiarore diverso da tutti gli altri, una luce che nessuno sulla terra potrà mai realizzare, quella è la tua méta, quello è l’arrivo del tuo cammino.
Ogni uomo e ogni donna, di qualsiasi età, in qualsiasi luogo, vive attimi più o meno lunghi di buio, di tenebre, come superarli? Dove trovare la forza per reagire? Per continuare a sperare? Solo nella certezza della risurrezione. La quiete dopo la tempesta.
Mi piace vedere anche nella prima lettura questo insegnamento: ci sono delle fatiche … Abramo con il proprio figlio percorrono la difficile via della vita, una via in salita, una via ricca di domande, di silenzi di prescrizioni … una via di fiducia in Dio da parte di Abramo, nel padre da parte di Isacco … Per noi un insegnamento: vale sempre la pena percorrere la via della vita, anche quando facciamo fatica, anche quando non comprendiamo dove stiamo andando e cosa stiamo facendo. Al termine scopriremo che il cammino non poteva che essere illuminato dalla luce della Pasqua anche quando ai nostri occhi non c’erano che tenebre. È la stessa esperienza dei discepoli sulla via della croce, è l’esperienza di ciascuno di noi.

Signore Gesù, che non hai lasciato i tuoi amici a brancolare nel buio di una umanità senza méta, ma hai offerto loro la tua Parola come guida e il tuo esempio come insegnamento, aiutaci a non distogliere mai lo sguardo dalla luce della Pasqua, fa che nelle fatiche della vita possiamo avere sempre il coraggio di alzare lo sguardo per guardare oltre le nubi e scorgere la méta eterna e gioiosa del nostro cammino. Amen.

18 febbraio | I Domenica di Quaresima – anno B

Il cammino della Vita

I 40 giorni di tentazione nel deserto che ci offre questa I domenica di Quaresima, sono segno inequivocabile di questo cammino appena iniziato ma non solo. Il cammino nel deserto, l’Esodo di Dio in mezzo agli uomini, è l’immagine della nostra vita terrena.

Ogni giorno noi sperimentiamo nella nostra carne le tentazioni con cui Satana ci vuole allontanare da Dio: i desideri della carne, le golosità della vita, la smania dell’avere e del potere …

Il vangelo di oggi ci offre uno spezzone della vita di Gesù per aiutarci a comprendere la fedeltà di Dio a quell’alleanza di cui parla il libro della Genesi nella prima lettura. Un legame così forte, almeno d parte sua, che lo ha portato a giocare il tutto per tutto pur di non romperlo.

Convertitevi, e credete nel vangelo”. Sono queste le parole che abbiamo sentito pronunciare mercoledì nel rito penitenziale delle ceneri; sono queste le parole che anche oggi ci raggiungono come un segnale di pericolo. La strada della nostra vita è lastricata da tanti pericoli e distrazioni che ci portano lontani da Dio. Oggi la Parola ci invita ad accorgerci di questi pericoli e a fare inversione di marcia, convertirci per metterci in ascolto dell’unica Parola che, sola, ci può condurre oltre il buio della morte per lasciarci illuminare dalla luce della risurrezione.

Signore Gesù, inviato dallo Spirito nel deserto per sperimentare fino in fondo le debolezze dell’umanità sofferente, dona speranza a questo debole popolo che ti invoca, aiutaci a comprendere che senza te siamo perduti.

Tu, Parola di vita, donaci il coraggio di convertire le nostre vite all’ascolto della tua voce che viene a noi instancabile, fa che possiamo rimettere al centro della nostra vita il tuo Amore per noi.

Tu, figlio eterno del Padre, che non hai mai rotto la tua alleanza con noi, tue creature, apri i nostri occhi affinché, meravigliati dalla tua presenza nella nostra esistenza, possiamo donarci a te così così come Tu ti sei donato per ciascuno di noi. Amen.

04 febbraio| V Domenica del Tempo Ordinario – anno B

Nel cuore del messaggio di Gesù

In questa V domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, il vangelo ci mostra una giornata tipo di Gesù per portarci al cuore del suo ministero.

Gesù inizia la sua giornata all’alba nella preghiera, poi condivide nel pranzo la tradizionale festa dello Shabbat e in questa occasione, andando contro ogni norma sabbatica, guarisce la suocera di Pietro la quale subito offre la sua persona, il suo tempo, il suo Sabato nel servizio; al calar del sole, quando ormai il riposo della festa è terminato, Gesù viene investito da una folla di malati che chiedono la guarigione e Gesù si lascia consumare da questa sete di vita donando guarigione e liberando dal male; poi si ritira per il riposo, un riposo breve pare perché “al mattino presto si alzò quando ancora era buio” per ritirarsi in preghiera in un luogo desertico.

Gesù trova forze ed energie per affrontare le sue giornate più nella preghiera che nel sonno. Il riposo di Gesù è un riposo nello Spirito più che nel letto!

Ma poi il Vangelo ci presenta un qualcosa di inaspettato. Di nuovo molta gente lo sta cercando per essere guarita, la risposta di Gesù ci interpella: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”.

Il compito di Gesù dunque non è guarire i corpi ma portare il messaggio di salvezza all’uomo.

Questo noi spesso lo dimentichiamo!!!!

Tra la folla che segue Gesù e noi non c’è molta differenza. Anche noi accorriamo in chiesa ogni volta che la tradizione ci consegna un gesto per la cura del corpo: la benedizione della gola che abbiamo appena vissuto; la benedizione degli animali, del pane, del sale nel giorno di S. Antonio; la benedizione degli autoveicoli … Tutte buone opere ma la fede, pare dirci Gesù oggi, non può fermarsi a questo.

Oggi è la 46^ Giornata Nazionale per la vita, Gesù ci invita a scoprire che la nostra vita non corrisponde esattamente al corpo ma c’è un di più in questo corpo che facciamo sempre più fatica a riconoscere e quindi curare e alimentare. Il corpo resta certamente il luogo privilegiato affinché io possa prendermi cura di ciò che sono. Il corpo devo curarlo, alimentarlo, rispettarlo certamente. Questa cura diviene così strumento di salvezza per l’anima. Il mio corpo e il corpo dell’altro sono il luogo privilegiato dell’incontro con Dio. Gesù non si limita a predicare ma come abbiamo visto non si stanca mai di guarire e sanare, perché proprio nel corpo guarito e sanato l’uomo possa incontrare la Fonte e la Salvezza, il Creatore e il Salvatore.

Preghiamo quest’oggi per ogni uomo e per ogni donna

Signore, Creatore e Salvatore,
aiutaci a scoprire la preziosità della vita
e che questa preziosità non è solo il nostro corpo;
Signore aiutaci a rispettare la Vita
nel corpo di ogni fratello
che incontriamo nel cammino;
possano i nostri occhi
scorgere la presenza dell’Amore
che dà vita, sostiene e rigenera
ogni uomo e ogni donna della storia.
Amen.